Per imparare a volare

Sono un’alunna di quinta e frequento il liceo scientifico tradizionale. Negli ultimi giorni di scuola, naturalmente in didattica a distanza, durante una lezione scolastica, una docente ha somministrato alla mia classe un compito apparentemente semplice, ma che si è rivelato assai arduo: noi alunni siamo stati chiamati ad invertire i ruoli e a fingere di essere degli insegnanti, che dovevano parlare ai propri ragazzi, dopo mesi di DAD. 

Mi sono sentita destabilizzata, non tanto perché non comprenda la situazione, bensì per il fatto che mi sono resa conto di quanto sia difficile dare forza a chi ci sta intorno, soprattutto in questo periodo di continue ed inarrestabili incertezze. Ho fatto fatica, ma ci tengo a condividere la mia lettera, perché ritengo che, in fondo, racchiuda un messaggio di speranza speciale, che io stessa avrei bisogno di sentirmi dire e di leggere. Forse, anche i professori, ogni tanto, avrebbero la necessità di essere rassicurati e cullati da queste parole. 

 

“Cari Studenti,

come ho sempre creduto, torna il sole anche dopo una terribile giornata di pioggia. Ora non siamo in grado di percepire neppure uno spiraglio di luce, ma sono certa che, prima o poi, torneremo a guardarci negli occhi e ad osservare i nostri sorrisi, con quella spontaneità che ci ha contraddistinti in ogni momento. A volte, vorrei sapere cosa sia giusto dire per incoraggiarvi e per farvi comprendere quale sia la strada giusta da intraprendere di fronte a questa pandemia, ma ritengo che seguire la voce del mio cuore sia il sentiero più onesto e sicuro. Vorrei affermare che io non ho paura, ma, purtroppo, non è così: sono terrorizzata dall’idea di contrarre il virus e di contagiarlo alle persone che amo; sono spaventata dal fatto di dover continuare a fare lezione dietro allo schermo di un computer, senza potervi sentire vicino; sono traumatizzata a causa delle numerosi morti e perdite, tuttavia non mi vergogno a mettervi al corrente di tutto ciò, perché sono convinta che la condivisione sia il cardine fondamentale per contribuire ad una nuova rinascita. Ho paura, è vero, ma non per questo ho smesso di sognare e di sperare: vedo ancora – a tratti – i vostri volti sorridenti tramite le icone di Meet e apprendo che, forse, un po’ di normalità è ancora presente; cammino per casa e incontro le persone che amo, e in pochi sanno quanto mi senta fortunata; non ho perso il lavoro e posso sempre contribuire a donare un futuro roseo alla mia famiglia.

Cosa mi manca, dunque?

La libertà, certo, ma quella è stata tolta a tutti. Ci siamo trasformati in leoni in gabbia, ma sono sicura che, a breve, avremo la capacità di guardare con occhio diverso, forse più attento e acuto, questa situazione, fino ad arrivare ad accettarla. Il tempo scorre, scappa e fugge, ma non per questo dobbiamo credere che tutto sia finito e distrutto. Abbiamo bisogno di volare con la fantasia, senza mai trascurare i nostri ideali e valori fondamentali, anche se le ali ci arrecano tanto dolore, in alcuni istanti.

Io, come ben sapete, ci sono e ci sarò sempre per voi: abbiamo costruito insieme case di pensieri, con mattoni d’affetto, dando vita a solide basi. Dobbiamo soltanto imparare a volare, insieme, anche di fronte alle avversità.

Vi sono vicina.

Un caro saluto ed un magico abbraccio virtuale.

La vostra Professoressa”

Vittoria Prazzoli

  • : Italia
  • : Borgonovo Val Tidone (PC)
  • : 18
  • : Studentessa presso il Liceo Scientifico Alessandro Volta

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *