Il Quartiere piccolo Centro relazionale della Solidarietà diffusa

Cosa ci resta allora di questa lunga Fase 1?

Tanti interrogativi sull’immediato futuro sicuramente.
Poche risposte, una incertezza sempre più presente, specialmente se pensiamo alla continua evoluzione che tutto questo “tempo nuovo” sta per riversare nella nostra vita. (Distanza fisica, protezione e dispositivi per la salute, lavoro agile e da remoto, interventi economici delle istituzioni, imprese e rischi per il lavoro.)

Nessun dubbio, invece, abbiamo avuto su quanto siano sempre più preziose le nostre relazioni, accorciate, in questi tempi di lunghe distanze, dalla tecnologia: “Beni Relazionali” che ci hanno fatto riscoprire come ecologicamente si possono riconvertire in valore i nostri rapporti.
Una generatività semplice, grazie a tanti piccoli gesti di attenzione. Generosità e gratuità che gli economisti civili sintetizzano in 1 + 1 = 3.

Anche se lentamente, ci accingiamo a ripossedere i nostri spazi, e siamo chiamati a farlo in maniera nuova.
Mentre l’impero del Capitalismo occidentale, in tempi di crisi come questa, arretra inesorabilmente e si arrocca nelle grandi città, le nostre piccole piazze, i nostri piccoli comuni periferici e le città di provincia, restano sempre più distanti.
È evidente l’ennesimo fallimento del sistema consumistico legato esclusivamente al profitto economico.

Tutto ciò accentra e rende ingorde le grandi città, impoverendo migliaia, forse milioni, di cittadini in termini di risorse economiche, informazione pubblica, servizi alla persona, trasporti e possibilità di scelta.
Lo Stato più che mai non basta da solo a se stesso.
Si tratta di una frattura sempre più grande dove ogni giorno tante località, a prescindere dalla loro latitudine, si riscoprono “Sud” rispetto ad altre.

Un grande fallimento sì, ma anche un tempo nuovo di grandi possibilità.

Molti tra noi, che hanno a cuore il proprio territorio, evidenziano con le loro esperienze come questo può essere il momento migliore per invertire il paradigma e “liberare il potere concentrato nello spazio che si possiede, rispetto al potere che si genera attraverso l’idea che si è in grado di far fruttare.”

L’esperienza di fede dei cristiani, già nei primi secoli dopo la morte di Cristo, ci racconta come la maggior parte dell’innovazione fosse legata non al possedere e accumulare ricchezze, e quindi dalla rendita, ma dalla possibilità generativa delle esperienze di fede vissute tra le ferite della gente di ogni tempo.
Non ci scostiamo molto se pensiamo la stessa cosa applicata al “Sapere”.

Il Sapere (e il saper fare) come la Fede acquisiscono maggior valore solo se vengono moltiplicati”

Ne sono dimostrazione già le centinaia di esperienze che troviamo in Rete, frutto di tanti pazzi innovatori italiani e non che, vedendo con occhi nuovi la propria città, riscoprono storie, valori della propria piccola piazza o del proprio quartiere, risollevando in molti casi il concetto di periferia, trasformandolo in un centro-periferia a dimensione umana.

La nuova fase che sti sta per sviluppare dovrà inesorabilmente mettere sempre più in dialogo le realtà che abitano lo stesso territorio e compongono la propria Comunità: I cittadini, le famiglie, le imprese, i lavoratori con le istituzioni e gli organi governativi locali, le associazioni e i corpi intermedi della solidarietà.

Occorre, se non riusciamo a riconvertire e trasformare il sistema, trovare delle nuove formule di mutuo e reciproco soccorso e solidarietà, a partire proprio dai nostri rapporti.

È la più grande opportunità che ci potesse capitare, in questo male comune, per trovare a KilometroZero soluzioni in questo lungo tempo di grandi responsabilità.

Eustachio Santochirico

Uccio Matera lab

  • : ITALIA
  • : MATERA ( Mt)
  • : 31 anni
  • : Artigiano / Animatore di Comunità

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